A New York si ritorna sempre

Come una stella di Broadway

La curiosità mi porta sempre a scoprire cosa altro ci sia rischiando di scavare in terreni dove presumibilmente altro non trovo che scheletri di un “déjà vu et un déjà dit”, eppure quando penso che siamo in troppi per poter fare tutti le stesse cose, ho delle eclatanti sorprese.

Tra uno slalom e l’altro, attraverso imponenti costruzioni che grattano il cielo, sentivo l’angoscia di non riuscire a fermarmi per non essere travolta da un miliardo di formiche pensanti. 
Quanto tempo avrei impiegato per dimostrare che nella diversità qualcuno mi avrebbe stupito?
Solo aspettando, aspettando e aspettando seduta su un gradino osservando tutti uno per uno.
L’elemento dominante fu “l’essenzialità” che genera l’infatuazione.
Spesso l’essenzialità la si subisce perché obbligati a gestire loro, quelli che ci guardano, tutto deve essere celere e tempestivo ma la magnificenza dell’amore…aaaah quella non implica sinteticità.

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Vi ricordate? Non c’è tempo per il tempo.
L’infatuazione entra in campo come una volgare giocatrice d’azzardo, ci ruba poco tempo, pochi sentimenti e miserabilmente ci illude di provare un impulso idilliaco per nascondere l’essenza di un furore passeggero.
Ecco cos’è cambiato, gli sguardi tornano ad essere protagonisti ma di una mesta compensazione.
Chi si ferma si distingue da questi camaleonti e qualcuno grazie al cielo c’è ancora.
Attenzione al contagio in caso di sintomi attraversate il ponte, dall’altra parte c’è un sottile desiderio di “perdersi” per emozionarsi.

Dal film Capodanno a New York

Video clip: Come una stella di Broadway, 007 casinò 

 

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